Teologo e riformatore musulmano egiziano. Fondò il più importante
movimento modernista islamico dell'Egitto. Studiò all'università
del Cairo al-Azhar, dove conobbe l'agitatore e rivoluzionario panislamico
Giamāl ad-Dīn al-Afghānī, dal quale fu profondamente
influenzato. Fu professore nel 1879 alla scuola superiore di diritto e teologia
Dar al-Ulūm, redattore capo del giornale "al-Waqa'i al-Misriyyah" e
giurista in materia giuridico-religiosa. Sostenne le proprie idee per la
rinascita dell'Islam; per questo suo spirito innovatore si attirò l'odio
dei conservatori e nel 1882 fu esiliato.
M. propugnò il ritorno
alla pietà e alla semplicità degli antichi musulmani attraverso un
diretto riesame delle fonti della religione islamica. Liberandosi dal
tradizionale ossequio alle interpretazioni e alle direttive dei
teologi-giuristi, mirò a una reinterpretazione del
Corano e della
Sunnah (Condotta di vita), alla luce delle evoluzioni della vita moderna.
Scrisse il trattato di teologia
Esposizione della religione musulmana,
fondamentale per la conoscenza delle sue idee religiose, un
Commento al
Corano e molte altre opere, tra cui un'apologia dell'Islam contro il
Cristianesimo e un rapporto sulla riforma giudiziaria (1849-1905).